“Un’autentica opera di conversione e di liberazione dei territori dalle mafie passa, quindi, pure dal superamento della piaga del caporalato, che rappresenta senza dubbio una delle vie di adorazione del male”. È quanto si legge in un comunicato stampa della Conferenza episcopale calabra.
In particolare, con riferimento ai migranti, “l’aver dato spazio ad essi nel recente Decreto Rilancio, adottato dal Governo pochi giorni fa, segna un passo avanti nella definizione della problematica, sotto il profilo della tutela della salute e della lotta all’illegalità”.
Infatti, “limitazioni delle misure a determinate categorie, procedure non sempre semplificate e la breve durata dei permessi rendono evidenti la necessità di una svolta ancor più radicale, come testimonia del resto anche lo sciopero degli invisibili, indetto nei campi della Piana di Gioia Tauro”.
I vescovi rimangono “fiduciosi che il cammino intrapreso possa essere irreversibile, sostenuto in chiave locale dai segnali di attenzione lanciati anche dalla Regione, attraverso l’attivazione di progetti dedicati alla definizione dell’emergenza sanitaria e di quella abitativa”.
Nella consapevolezza inscalfibile che molto vi sia da fare per giungere ad una piena tutela dei diritti dei lavoratori, di tutti i lavoratori, la Chiesa di Calabria ribadisce la necessità dell’affermazione dei principi della dignità della persona umana e della sacralità del lavoro per liberare tanti uomini e donne dalla loro condizione di sostanziale schiavitù, condannando ogni forma di sfruttamento come attentato alla dignità dell’uomo, che, in quanto peccato sociale, grida vendetta al Cielo.