“Autoreferenzialità” e “ansia di comando”. Sono due tentazioni che le Pontificie Opere Missionarie (Pom) devono evitare, nel loro servizio alla Chiesa universale. Lo scrive il Papa, che nel messaggio a loro indirizzato denuncia come “organizzazioni ed entità ecclesiastiche, al di là delle buone intenzioni dei singoli, finiscono talvolta per ripiegarsi su sé stesse, dedicando energie e attenzioni soprattutto alla propria auto-promozione e alla celebrazione in chiave pubblicitaria delle proprie iniziative”. Altre, invece, “sembrano dominate dall’ossessione di ridefinire continuamente la propria rilevanza e i propri spazi in seno alla Chiesa, con la giustificazione di voler rilanciare al meglio la propria missione”. “A volte capita che istituzioni e organismi sorti per aiutare le comunità ecclesiali, servendo i doni suscitati in essi dallo Spirito Santo, col tempo pretendano di esercitare supremazie e funzioni di controllo nei confronti delle comunità che dovrebbero servire”, la denuncia di Francesco, secondo il quale “questo atteggiamento si accompagna quasi sempre con la presunzione di esercitare il ruolo di ‘depositari’ dispensatori di patenti di legittimità nei confronti degli altri. Di fatto, in questi casi ci si comporta come se la Chiesa fosse un prodotto delle nostre analisi, dei nostri programmi, accordi e decisioni”.