Le università italiane hanno tutta l’intenzione di inaugurare il prossimo semestre, la cosiddetta Fase 3, riattivando le attività in presenza. “Non ci stancheremo mai di sottolineare – ha detto Ferruccio Resta, presidente della Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) durante la riunione odierna dell’assemblea dei rettori – che l’università è una comunità fatta di menti, di persone e di relazioni. La sua missione non si limita alla trasmissione di saperi ma alla formazione di cittadini attivi e responsabili”. In quest’ottica i rettori hanno rinnovato l’apprezzamento per le risorse stanziate dal Governo nel Decreto “Rilancia Italia”, in buona parte indirizzate ai giovani. Fra le quali: 165 milioni per estendere la no-tax area e supportare gli studenti in situazioni di disagio, 40 per il diritto allo studio, 15 per i dottorati e 200 per il piano straordinario di assunzione di giovani ricercatori. Ed è proprio a partire dall’attenzione agli studenti che le università italiane hanno condiviso la necessità di un approccio graduale e prudente per la ripartenza dopo la pausa estiva. “Una volta garantiti sanificazione, distanziamento fisico e tutti i parametri di sicurezza necessari – ha commentato Maurizio Tira, delegato Crui per gli affari internazionali – continueremo a offrire la possibilità di seguire le lezioni da remoto. Non possiamo infatti dimenticare né gli studenti fuori sede, né quelli fragili, né tantomeno gli stranieri”.
Su questi ultimi si apre un capitolo rilevante per il prossimo anno: l’importanza che il sistema universitario italiano conservi attrattività. In quest’ottica, la Crui sta collaborando con Miur, Maeci, Mi e Cimea perché, in tempo utile per il prossimo anno accademico, Universitaly diventi la piattaforma dove sbrigare tutte le pratiche di iscrizione in modalità totalmente dematerializzata.