Con l’arrivo del ciclone Amphan, almeno 19 milioni di bambini in alcune parti del Bangladesh e dell’India sono a rischio a causa di inondazioni improvvise, tempeste e forti piogge. In particolare “desta preoccupazione la situazione dello stato indiano del Bengala Occidentale, che ospita più di 50 milioni di persone, tra cui oltre 16 milioni di bambini”: l’allarme è lanciato dal presidente dell’Unicef Italia, Francesco Samengo. L’Unicef è anche molto preoccupato che il Covid-19 possa aggravare le conseguenze umanitarie del ciclone Amphan in entrambi i Paesi. Gli sfollati – che si sono trasferiti in affollati rifugi temporanei- sarebbero particolarmente vulnerabili alla diffusione di malattie respiratorie come Covid-19, così come di altre infezioni. “Continuiamo a monitorare la situazione da vicino”, ha detto Jean Gough, direttore regionale dell’Unicef per l’Asia meridionale: “La sicurezza dei bambini e delle loro famiglie nelle aree che saranno colpite è una priorità ed è positivo vedere che le autorità hanno pianificato la loro risposta urgente alla pandemia da Covid-19 in corso”. Sulla base della traiettoria attuale della tempesta, Cox’s Bazar in Bangladesh – che ora ospita oltre 850.000 rifugiati Rohingya – rischia di subire forti venti e piogge che potrebbero causare danni alle case e ai rifugi nei campi profughi e nelle comunità del Bangladesh. Recentemente sono stati confermati casi di Covid-19 nei campi e nelle comunità ospitanti. L’Unicef sta lavorando con il Deputy Commissioner’s Office a Cox’s Bazar, con l’Office of the Refugee Relief and Repatriation Commissioner e con i partner umanitari per contribuire a garantire la protezione dei bambini e delle famiglie del Bangladesh e dei Rohingya. In tutta la regione è in stretto contatto con i governi del Bangladesh e dell’India ed è pronto a sostenere le operazioni umanitarie per raggiungere i bambini e le famiglie colpite dal ciclone Amphan.