Bimbo schiacciato in cassonetto: Griffini (Aibi), “il dramma della povertà non è finito in lockdown”

“Va in scena, ancora una volta, il dramma della povertà. Tutti preoccupati dalla nostra salute, ci siamo dimenticati di tutto il resto e abbiamo pensato che questi drammi sociali venissero annullati o rinchiusi in un armadio, come se non esistessero…”. Lo dice Marco Griffini, presidente di Aibi-Amici dei Bambini, commentando il dramma di Karim, il bimbo di 10 anni, figlio di una coppia originaria della Costa d’Avorio, schiacciato in un cassonetto mentre frugava tra i vestiti usati a Boltiere, in provincia di Bergamo. “Famiglie disperate per cui l’unica soluzione non deve essere quella di togliere loro i figli, ma cercare di aiutarli a vivere dignitosamente come famiglia – prosegue Griffini -. Certo anche qui non possiamo non fare una considerazione sul ruolo delle istituzioni, come i Tribunali dei minorenni e i servizi sociali, che proprio nel periodio di emergenza sociale, come quello che stiamo vivendo, dovrebbero non solo essere pienamente operativi, ma addirittura aumentare le loro potenzialità”.
“Invece – conclude Griffini -, si sono fermati, come se questi drammi fossero finiti in lockdown, insieme alle famiglie. Nel merito a giorni con il nostro organo di informazione, AibiNews, pubblicheremo un’inchiesta esclusiva su come i Tribunali per i minorenni hanno operato in questo periodo relativamente anche a un’altra emergenza, quella della adozione internazionale, che sta rischiando l’estinzione. I bambini sono il futuro, del nostro Paese e non solo, e dovrebbero stare in cima, non in fondo alla lista delle priorità”.

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