Articolo 26 sostiene le scuole pubbliche paritarie italiane che il 19 e il 20 maggio interromperanno le lezioni, per la prima volta nella loro storia, “in segno di protesta contro il Decreto Rilancio che ha completamente ignorato queste realtà così importanti per il nostro Paese e che causerà, se non cambieranno le cose, la probabile chiusura di almeno un terzo di esse”. “In quegli stessi giorni – si legge in una nota – saranno votati gli emendamenti che lasciano ancora un margine per rimediare a quella che sarebbe una gravissima discriminazione verso famiglie, alunni e docenti di queste scuole pubbliche e soprattutto per scongiurare il collasso della scuola pubblica tour court”. La scuola statale, infatti, secondo Articolo 26, “non è in grado di sostenere l’assorbimento già da settembre di almeno 300mila studenti. Inoltre, questo comporterebbe un aggravio di spesa per il bilancio dello Stato pari almeno a 2,5 miliardi di euro, con la concreta possibilità di provocare il collasso di tutto il sistema scolastico nazionale”. Di qui l’appello ai parlamentari di maggioranza e di opposizione e “a tutti i rappresentanti presso le istituzioni”: “Chiediamo in queste ore difficili il massimo impegno affinché insieme a noi genitori chiedano chiaramente al Governo di superare chiusure ideologiche e di non essere sordo di fronte ai reali problemi di oltre un milione di genitori e cittadini. Per il bene della scuola e dell’intero Paese”.