“Passare dall’‘andrà tutto bene’ allo ‘io spero in te per noi’”. La bellezza di avere un bicchiere vuoto è quella di poterlo riempire, a ognuno di noi il compito di farlo”. Così don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, ha concluso il 37° corso di formazione nazionale del Progetto Policoro “Economia civile e nuovi scenari – prepariamoci a ripartire”, che si è svolto in modalità e-learning. “Dobbiamo essere capaci di camminare dentro ai nostri territori ed essere segni di speranza. Sono tante le situazioni di sofferenza che abbiamo incontrato, soprattutto in alcune zone del nostro Paese”, ha aggiunto.
Don Bignami ha quindi evidenziato che “le sofferenze di una persona diventano le sofferenze di tutti e accanto a quelle sanitarie, oggi purtroppo prevediamo che ci saranno anche sofferenze in campo lavorativo ed economico”. “Dobbiamo essere capaci di camminare dentro ai nostri mondi e ai nostri territori, di essere segno di speranza”, ha spiegato il direttore dell’Ufficio Cei, richiamando all’attenzione dei 196 animatori di comunità, che hanno partecipato online, le parole di Gabriel Marcel “Io spero in te per noi”. “Non una speranza generica, ‘io spero in te’. Tu, che abiti quel territorio, sei un segno, la tua vita è un segno per le persone che lo abitano – ha aggiunto rivolgendosi loro –, per quella Chiesa, per quel mondo dove ti trovi: per tutta la società”. La tentazione da evitare è “quello sguardo al proprio piccolo mondo, al proprio orizzonte di vita pensando che il resto poi si vedrà”.
Intervenuto nell’ultima sessione anche Marco Menni, presidente di Inecoop: “Dobbiamo riuscire a trasformare ogni momento di difficoltà in una capacità di riprogettarsi. Siamo consapevoli che ci attende una grande sfida che arriva gradualmente e che riguarda il rimettersi a costruire all’interno della comunità. Crediamo nella forza della persona e dell’uomo. Ricominceremo a costruire, ricominceremo a dare speranza”.