“Abbiamo bisogno di tenere vivo questo atteggiamento, se vogliamo essere Chiesa in uscita, Chiesa che non si accontenta di conservare e amministrare l’esistente ma vuole essere fedele alla sua missione”. Lo scrive il Papa, in una lettera in cui esprime il suo “apprezzamento” per l’inaugurazione, presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino-Angelicum, dell’Istituto di cultura “San Giovanni Paolo II”, nel giorno in cui ricorre il centenario della nascita di san Giovanni Paolo II, “il più illustre alunno di codesta Università”. Ringraziando, in particolare, i rappresentanti delle due Fondazioni polacche, Futura Iuventa e Saint Nicholas, che sostengono il nuovo Istituto, Francesco spiega che quest’ultimo “ha come finalità principale la riflessione sulla cultura contemporanea”. A tale scopo, i promotori intendono avvalersi della collaborazione “dei più eminenti filosofi, teologi e uomini e donne di cultura, nella sua più vasta espressione”. San Giovanni Paolo II è, di quest’opera – scrive il Papa – “al tempo stesso l’ispiratore e il primo e più importante artefice, con il ricco e multiforme patrimonio che ha lasciato e, prima ancora, con l’esempio del suo spirito aperto e contemplativo, appassionato di Dio e dell’uomo, del creato, della storia e dell’arte. Le sue varie esperienze di vita, tra cui segnatamente i drammi epocali e le sofferenze personali, interpretate nella luce dello Spirito, lo condussero a sviluppare con singolare profondità la riflessione sull’uomo e sulle sue radici culturali, come riferimento imprescindibile per ogni proclamazione del Vangelo”. Nella sua prima Enciclica, infatti, scrisse: “Ci accostiamo in pari tempo a tutte le culture, a tutte le concezioni ideologiche, a tutti gli uomini di buona volontà. Ci avviciniamo con quella stima, quel rispetto e quel discernimento che, sin dai tempi degli Apostoli, contrassegnavano l’atteggiamento missionario e del missionario. Basta ricordare San Paolo e, ad esempio, il suo discorso davanti all’Areopago di Atene. L’atteggiamento missionario inizia sempre con un sentimento di profonda stima di fronte a ciò che ‘c’è in ogni uomo’, per ciò che egli stesso, nell’intimo del suo spirito, ha elaborato riguardo ai problemi più profondi e più importanti; si tratta di rispetto per tutto ciò che in lui ha operato lo Spirito, che ‘soffia dove vuole’”. “Sono molto lieto che questa iniziativa si realizzi nell’Università San Tommaso d’Aquino”, conclude Francesco: “L’Angelicum infatti ospita una comunità accademica costituita da professori e studenti provenienti dal mondo intero ed è un luogo adatto per interpretare le importanti sfide delle culture di oggi. La tradizione dell’Ordine Domenicano, con il ruolo importante che vi occupa la riflessione razionale sulla fede e i suoi contenuti, articolata in modo magistrale dal Dottore Angelico, non può che favorire tale progetto, affinché sia caratterizzato dal coraggio della verità, dalla libertà di spirito e dall’onestà intellettuale”.