“Anche noi in questi giorni, dopo i limiti e le privazioni della pandemia, questo vuoto e questo ‘deserto’ che sono durati settimane e mesi e che ci hanno privato delle celebrazioni comunitarie, ritroveremo la gioia di vivere nelle nostre chiese, da lunedì 18 maggio, la celebrazione dell’Eucaristia aperta al popolo di Dio. Non manca la consapevolezza della responsabilità e la prudenza con cui vivere questo nuovo tempo della nostra vita sociale ed ecclesiale, ma è grande la gioia di ritrovarci uniti nel nome del Signore, per adorare Cristo non solo nei nostri cuori ma presente nell’Eucaristia, “banchetto desiderabile” (E.G. 14), insieme con i fratelli e le sorelle”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia pronunciata durante la messa “a porte chiuse” che ha presieduto nel santuario mariano della Galvana di Berra.
Commentando la pagina evangelica, l’arcivescovo ha osservato che “ci sono tre verbi” che “ci ricordano lo stile di vita cristiano che nasce dal dono dello Spirito”: “conoscere”, “rimanere” e “osservare”. “Lo stile di vita cristiano – ha ribadito mons. Perego – è costruito su questi tre verbi – conoscere, rimanere, osservare – che sono il frutto del dono dello Spirito”. E, ricordando che nel canto del Magnificat Maria proclama “Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore” (Lc 1,47), l’arcivescovo ha sottolineato come “riempita della grazia di Dio, Maria può gioire della presenza dello Spirito di Dio nella sua vita, che produce gioia, ringraziamento, lode”. “Preghiamo la Madonna della Galvana, la Madre di Dio che da oltre quattrocento anni da una pianta di sambuco ha iniziato a vigilare su queste terre, perché accompagni anche le nostre parrocchie e le nostre famiglie, i nostri sacerdoti, i giovani e gli anziani nel cammino di fede di ogni giorno, così che – ha concluso – la gioia del Vangelo si diffonda tra le nostre case della Riva del Po e la speranza aiuti a costruire un futuro migliore”.