“Fratelli cari, domani (oggi, ndr) si riparte con partecipazione alla santa messa, anche se ci sono ancora delle norme da seguire per il bene di tutti, ma si riparte! Un segno di grande speranza! Un dono del Padre!”. Lo ha detto l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, al termine della celebrazione eucaristica, senza la presenza di fedeli, che ha presieduto ieri, nella cappella di Sant’Onofrio della cattedrale di Perugia. Ricordando che da oggi, invece, le messe saranno a “porte aperte”, anche se con un numero limitato di fedeli in base alla capienza delle chiese, il cardinale ha evidenziato che così “il popolo di Dio, presente alla celebrazione, potrà accostarsi alla Santa Comunione”. “Grazie Gesù, per questo dono: ancora una volta sei tu che vieni per incontrarci, per nutrirci, per sostenere il nostro cammino!”. Poi, il presidente della Cei ha aggiunto: “Signore, tu sei rimasto in mezzo a noi, ci hai confortati e sostenuti durante la prova in questa terribile pandemia, ma ora abbiamo bisogno di te!”.
Nelle parole del cardinale un altro “motivo di gioia”, i cento anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II, che ricorrono oggi. “Il cardinale Stefano Wyszynsky, il grande arcivescovo di Varsavia e primate di Polonia, che era stato in prigione nel periodo comunista, gli disse durante il conclave: ‘Se ti eleggono, ti prego di non rifiutare. Tu dovrai accompagnare la Chiesa al terzo millennio’ – ha ricordato –. E lui ha sempre avuto consapevolezza che dalla Provvidenza gli era stata assegnata questa missione”.
Infine, il pensiero dell’arcivescovo per “medici, infermieri che, in questo tempo di pandemia, si sono chinati sul morente, tracciando un segno di croce!”. “Un medico ha detto ‘io ho dato l’estrema unzione’ – ha riferito il cardinale –: sì, tu hai compiuto l’atto di amore più grande che si potesse esprimere, perché hai riconosciuto in colui che moriva la dignità di una persona umana, di un fratello, di un figlio di Dio!”, ha concluso.