I media polacchi, che già da alcuni giorni pubblicano numerose interviste e articoli dedicati a Giovanni Paolo II, oggi riportano le parole del rabbino Abraham Skórka, amico di Papa Francesco, rettore del seminario rabbinico a Buenos Aires e condirettore dell’istituto per i rapporti tra ebrei e cristiani di Filadelfia, il quale ribadisce che “senza alcuna esagerazione si può dire che Giovanni Paolo II ha definito la portata delle nuove relazioni tra ebrei e cattolici, possibili grazie alla ‘Nostra aetate’, lo storico documento del Concilio Vaticano II”. Il rabbino Skórka, senza nascondere “i momenti di controversie e tensioni tra cattolici ed ebrei durante il pontificato woitiliano”, sottolinea anche che il contributo del Papa polacco “all’opera del dialogo tra ebrei e cattolici rimane comunque coerente e atemporale”. Per il rabbino capo di Polonia Michael Schudrich invece “Papa Giovanni Paolo II è stato la personificazione dell’atteggiamento fondamentale di rispetto reciproco per ciascun essere umano come creazione di Dio”. Nel messaggio pubblicato in occasione del centenario di Wojtyla, il rabbino Schudrich sottolinea inoltre che “nessun altro pontefice ha fatto di più per curare le dolorose ferite e nessuno nella storia si sia prodigato più intensamente per eliminare in modo efficace la piaga dell’antisemitismo”.