“San Giovanni Paolo II ci ha guidati verso il terzo millennio dell’era cristiana, con la solidità del suo insegnamento, con la forza del suo esempio, con l’offerta del dialogo a gli uomini di ogni credo religioso o politico”. Lo ha sottolineato, stasera, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, presiedendo, nella cattedrale di San Lorenzo, la messa in ricordo di san Giovanni Paolo II, di cui ricorre oggi il centenario della nascita.
“Ha traghettato la Chiesa in questa nuova epoca con spirito profetico, senza visioni pessimistiche, ma prefigurando lo scenario di un mondo migliore, di un’era di vita nuova, con la riscoperta dei valori dello spirito, insieme alla giustizia e alla solidarietà. San Giovanni Paolo II è stato – come ha detto Papa Francesco nell’omelia di questa mattina – l’uomo della giustizia sociale, ma, soprattutto, l’uomo della misericordia, che cercò di diffondere in tutto il mondo”, ha osservato il porporato.
“È la visione che vogliamo cogliere oggi, per il presente. A cento anni dalla nascita e a quindici dalla morte, le parole e le immagini della sua vita straordinaria ci sono ancora familiari. Ci invitano sempre ad avere speranza, a guardare al prossimo con fiducia e spirito di accoglienza – ha proseguito il cardinale -. Ci richiamano altresì ad un esame di coscienza; a considerare se abbiamo veramente messo a frutto il messaggio che egli ci ha lasciato: la passione per la Chiesa, la pietà eucaristica, il grande amore verso la Santissima Vergine, appreso sulle ginocchia dei genitori, entrambi morti prematuramente e per i quali è iniziata a Cracovia, il 7 maggio scorso, la causa di beatificazione”.
E l’arcivescovo ha concluso: “Egli, oggi, dinanzi a questo dramma mondiale e a questa immensa distesa di morti e di gente che grida nel dolore ci avrebbe scossi con la sua voce forte, invitandoci alla solidarietà e all’aiuto reciproco; ci avrebbe svegliati nelle nostre coscienze; ci avrebbe rimproverati per le chiusure e l’egoismo bieco che lascia nel dolore, nella fame e nella malattia milioni di persone”.