Le donne, giovani e meno giovani, stanno pagando il prezzo più alto del Covid-19 in termini economici, sociali e di riconoscimento dei diritti. Lo afferma senza mezzi termini il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. “Circa il 60% delle donne in tutto il mondo lavora nell’economia sommersa, guadagna meno degli uomini, ha minori capacità di risparmio e maggiori probabilità di cadere in uno stato di povertà – sostiene Guterres in una dichiarazione –. Con il crollo dei mercati e la chiusura delle aziende, milioni di posti di lavoro sono scomparsi. Contemporaneamente alla perdita di un’occupazione retribuita, è aumentata in modo esponenziale la quantità di ore, non retribuite, dedicate alla cura della famiglia, in particolare dei bambini, a casa per la chiusura delle scuole, e degli anziani”. Un mix esplosivo,che rischia di cancellare, come mai prima, diritti e opportunità per la popolazione femminile. In un rapporto diffuso lo scorso 9 aprile, l’Onu aveva già messo in guardia sul fenomeno e indicato alcune linee guida di intervento. Anzitutto garantire centralità a donne e organizzazioni femminili nella lotta alla pandemia e nei progetti di rilancio e di pianificazione economica dal momento che “le politiche per le quali le donne non sono state incluse nel processo decisionale” si sono dimostrate “meno efficaci o addirittura dannose”. Quindi eliminare le disuguaglianze retributive legate al genere; infine progettare piani di sviluppo socio-economici e pacchetti di incentivi fiscali incentrati sulla vita e sul futuro di donne e ragazze per garantire loro “protezione sociale.pari opportunità”.