Un invito ad un approccio fiducioso con le novità e “a trasformare questo momento così particolare ed inedito in un tempo di grazia”: lo rivolge monsignor Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo, ai fedeli della sua diocesi, in vista della riapertura delle celebrazioni il 18 maggio. “Col nostro sacrificio siamo stati solidali con la fatica degli operatori sanitari, dei volontari e di quanti non si sono risparmiati nell’alleviare, anche a costo della vita, la sofferenza altrui”, scrive l’arcivescovo: “Non abbiamo fatto la comunione ma, imparando a rispettarci e a servirci reciprocamente, la spiritualità eucaristica ci ha misticamente accompagnati”. “Il momento difficile che stiamo attraversando – afferma – sarà tempo di grazia se rafforzerà la nostra sensibilità per il bene comune e l’appartenenza alla comunità ecclesiale”. All’inizio “occorrerà pazienza – osserva -, disponibilità di cuore e spirito di collaborazione con i volontari che faciliteranno la partecipazione; probabilmente sarà necessario arrivare in chiesa con un certo anticipo e – perché no – dare la propria disponibilità al parroco nel fare ‘servizio d’ordine’. Sono certo che in breve tempo, impareremo a convivere anche con le singolari modalità celebrative della cosiddetta fase 2”. “L’emergenza sanitaria – conclude -, legata all’andamento ancora non del tutto rassicurante dei contagi, impone di non fare progetti, quindi non possiamo sapere se e quando le precauzioni che ci vengono richieste verranno aggiornate; non sappiamo se potremo assicurare le attività estive nelle stesse modalità degli scorsi anni, né in quali forme riprenderà l’attività pastorale il prossimo autunno”.