Attualmente sono circa 1.400.000 gli sfollati interni in Iraq. A fornire il dato è stato padre Joseph Cassar, direttore del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati (Jrs) in Iraq, collegato in diretta streaming da Erbil, durante la conferenza stampa di presentazione del messaggio del Papa per la Giornata del migrante e del rifugiato che sarà celebrata il 27 settembre sul tema “Come Gesù Cristo, costretti a fuggire. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare gli sfollati interni”. ”In Iraq, gli spostamenti da una parte all’altra del Paese continuano da almeno 40 anni”, ha fatto notare il gesuita: “Le cause sono numerose e non ci sono soluzioni facili. Ho incontrato persone e famiglie che sono state costrette a spostarsi, cinque, sette, nove volte nelle ultime quattro decadi”. “Il Covid-19 ha fatto irruzione in Iraq e le misure di contenimento imposte dalle autorità di salute pubblica e di sicurezza hanno avuto conseguenze su quasi tutti gli aspetti della vita pubblica e familiare e hanno distrutto l’economia. Alla fine del 2020, si stima che oltre 4 milioni di persone avranno bisogno di assistenza umanitaria in Iraq”. Gli sfollati interni, ha osservato il religioso, “sono i più vulnerabili” e costituiscono “una parte consistente della popolazione”, spesso però invisibile: “Oltre alla risposta finanziaria, è il tempo di un massiccio investimento sulla pace”, la proposta di padre Cassar.