Messe con il popolo: mons. Tomasi (Treviso), “trepidazione, ma anche prudenza per la salute delle persone più fragili”

“Voglio esprimere la trepidazione nel momento in cui torniamo gradualmente alla celebrazione dell’Eucaristia con il concorso di popolo, con la necessaria prudenza e responsabilità per la salute ed il bene di tutti, soprattutto delle persone più fragili, nella complessa e difficile situazione della ‘fase 2’ della pandemia di Covid-19”. Lo scrive il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, nella lettera sulla ripresa delle celebrazioni con concorso di popolo. “La responsabilità per il bene comune ci impone di rispettare indicazioni di natura sanitaria che richiedono alle parrocchie uno sforzo organizzativo non indifferente – aggiunge -. La assumiamo in piena disponibilità, consapevoli del valore morale di questa obbligazione, assunta a servizio della salute di tutti i cittadini e del bene complessivo di tutta la comunità”.
Il presule evidenzia che “gli sforzi che compiremo per celebrare insieme l’Eucaristia nel rispetto delle indicazioni assumono già di per sé un valore spirituale”. “Essi sono infatti espressione di cura per gli altri, forma concreta della carità di cui la celebrazione eucaristica ci fa dono supremo, e cammino per coltivare e custodire la vita cristiana”. Quindi, l’invito a “imparare attenzioni, gesti, modi di disporci e di partecipare alla liturgia cui non eravamo abituati, ai quali forse non siamo preparati”. Segnalando che “molta responsabilità viene richiesta ai parroci”, il vescovo evidenzia che “potranno assumerla soltanto se non saranno soli a portarne il peso, se tutta la comunità saprà farsene carico, con le ministerialità richieste per la celebrazione”. Un riferimento, in particolare, a quelle che “dovranno essere sviluppate per accogliere i fedeli e accompagnarli durante la celebrazione”.

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