“A messa, finalmente!”. Titola così mons. Gianfranco De Luca, vescovo di Termoli-Larino, la settima lettera “dall’esilio” alla comunità, in vista della ripresa delle celebrazioni aperte alla partecipazione dei fedeli a partire dal lunedì 18 maggio. “Non come semplice ritorno verso la normalità, però – chiarisce il presule –: sarebbe troppo poco, vorrebbe dire negare il tempo e lo spazio che abbiamo attraversato in questi mesi. Non è un blackout quello che abbiamo vissuto, ma un tempo di grazia: i teologi direbbero un kairós, un tempo e uno spazio propizi, abitati da Dio”. Si ritorna a messa, osserva De Luca, con “una consapevolezza nuova: maturata attraverso un salto di qualità della nostra relazione con Dio. Quella espressa nelle parole che Gesù, nel suo discorso d’addio fatto durante l’ultima cena, ha rivolto agli apostoli e ai discepoli di tutti i tempi, a noi che… torniamo a messa, finalmente: ‘Non vi chiamo più servi… ma vi ho chiamato amici’ (Gv 15,15). Una “rinnovata condizione” che “ci abilita ad una possibilità di vita tutta nuova: quella dei figli del Padre che sperimentano la potenza della preghiera – tutto quello che chiedete al Padre ve lo darà (cf. Gv 16,23) –, e quella di fratelli capaci di amarsi con lo stesso amore con il quale sono amati: quello di Gesù per noi, che è lo stesso con il quale Gesù è amato dal Padre”. “Questo salto di qualità a cui vi invito nel partecipare alla celebrazione eucaristica – conclude il vescovo –, non è il frutto di un ragionamento, o una possibilità legata alla nostra conoscenza del mistero, ma la verità stessa del gesto che viviamo. È dentro questa verità che il Padre vuole introdurci”.