“Le Università plaudono le misure su Università e ricerca del Decreto legge annunciato dal Governo”: così si legge in un comunicato della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui), nel quale si evidenzia che “il Decreto Rilancio stanzia misure imponenti che vanno nella direzione auspicata dagli atenei italiani”.
Sono due gli aspetti di maggior rilievo, secondo la Crui: “Il primo riguarda l’attenzione allo studente e il diritto allo studio, con l’ampliamento della no-tax area. In un momento di forte incertezza economica, il rischio è quello che molte famiglie si trovino nella condizione di rinunciare all’istruzione dei propri figli. Un calo di iscritti non è solo un danno al sistema universitario, ma una rinuncia al futuro. Al futuro di un Paese già fanalino di coda per numero di laureati, che in una situazione di crisi rischia di rallentare ulteriormente il proprio passo. E con questo la propria competitività e attrattività”.
Il secondo aspetto riguarda la ricerca scientifica, “interessata da un investimento di oltre 500 milioni di euro e da 4.000 nuovi posti da ricercatore, che si aggiungono ai 1.600 già deliberati. Misure che, oltre ad affrontare lo stato di emergenza Covid, consentono alle università di guardare avanti, a un grande programma di rilancio della ricerca su base nazionale. Una rotta che rompe con il passato recente e che punta su ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione per affrontare con prontezza le sfide sociali del futuro”.
“Gli investimenti in questione – commenta Ferruccio Resta, presidente della Crui – non tamponano, ma rilanciano. È questa la questione cruciale. Finalmente, dopo anni di ritirata dello Stato da un settore fondamentale per lo sviluppo e il benessere dei cittadini, si intravedono chiari segnali di un cambiamento di marcia: risorse nuove per rafforzare il diritto allo studio, il potenziamento dei ricercatori e un’attenzione alla ricerca che non solo porterà nelle università energie giovani, ma che aumenterà l’attrattività del Paese nei settori a maggior sviluppo. Ora è compito delle Università raccogliere con responsabilità questo impegno, puntando su scelte coraggiose all’insegna della qualità della formazione, della ricerca e dell’innovazione”.