“Fonti ufficiali di Aden, in Yemen, hanno riferito di almeno 385 persone morte nell’ultima settimana con sintomi compatibili con il Coronavirus, una frequenza di 50 decessi al giorno, 5 volte superiore a quella registrata prima del 7 maggio”. È l’allarme lanciato da Save the Children, l’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, che sottolinea come “molti ospedali nella città sono stati chiusi, e che la metà del personale medico si rifiuta di prestare servizio senza le adeguate misure di protezione personali”. “Da questa settimana – si legge in una nota diffusa oggi –, i due principali ospedali aperti forniscono solo servizi di emergenza e trattano pazienti con febbre ma non quelli con sintomi di deficit respiratorio. L’ammissione dei pazienti è sospesa, anche per i servizi pediatrici, e sono operativi solo i servizi di urgenza ginecologici o di ostetricia, come l’assistenza al parto. Molti ospedali privati sono chiusi o trattano solo casi cronici ma senza sintomi respiratori o febbre. Ci sono già ripetuti casi di persone che muoiono perché non hanno potuto ricevere le cure necessarie”. “I nostri operatori sul campo assistono a casi di pazienti respinti dagli ospedali, che respirano a fatica o collassano. Ci sono persone che muoiono perché non possono ricevere le cure che in una normale situazione li avrebbero salvati, che vagano da un ospedale all’altro senza poter essere ammessi. Sappiamo di famiglie che hanno perso due o più familiari nelle scorse settimane. Sono tutti segnali di una pandemia che sta facendo presa nel Paese. I centri di trattamento che sosteniamo stanno facendo ogni sforzo possibile per prepararsi al peggio, ma ci occorrono dispositivi di protezione individuale, letti e ventilatori”, ha dichiarato Mohammed Alshamaa, direttore dei Programmi di Save the Children in Yemen.