“Un momento tanto atteso e a cui giungiamo non ‘per tornare a fare come abbiamo sempre fatto’, a volte con poca partecipazione interiore o per tradizione, ma con una rinnovata consapevolezza acquisita proprio in questo tempo di pandemia in cui abbiamo avuto modo di ricontattare il più intimo di noi stessi e domandarci: ‘perché credo?’, ‘come credo?’, ‘in chi credo?’”. Esordisce così mons. Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli e di Palestrina, in una lettera in vista della “graduale” ripresa della partecipazione del popolo alle celebrazioni eucaristiche. È importante tornare a celebrare insieme l’Eucaristia, secondo mons. Parmeggiani, “non perché avevamo perduto un diritto acquisito”, ma perché “senza Eucaristia la Chiesa non può vivere”. “La Chiesa – aggiunge – fa l’Eucaristia, per fare esperienza dell’amore divino, che ci spinge ad amare i fratelli mettendoci in atteggiamento di servizio”. Passando poi in rassegna e comunicando le misure previste dal protocollo del 7 maggio su accesso ai luoghi di culto, igienizzazione, attenzioni durante le celebrazioni, comunicazioni, il vescovo di Tivoli e di Palestrina le integra con alcune precisazioni: dal consiglio di celebrare l’Eucaristia all’aperto ove possibile all’affissione obbligatoria di cartelli con le indicazioni essenziali secondo un modello predisposto dalla diocesi, dalla distribuzione della comunione alla dispensa dal precetto festivo anche per chi “in coscienza” non si senta pronto a frequentare luoghi affollati, dall’invito a fornire mascherine a chi ne fosse privo alla sospensione delle attività pastorali.