La Chiesa cattolica vive “una preoccupazione permanente davanti alla realtà attuale, per questo ha messo le sue istituzioni al servizio della vita dei nostri popoli, privilegiando l’azione di beneficenza attraverso la Pastorale sociale-Caritas, ai vari livelli”. Lo scrive in una nota il presidente della Caritas di America Latina e Caraibi, mons. José Luis Azuaje, arcivescovo di Maracaibo e presidente della Conferenza episcopale venezuelana In queste settimane la rete delle Caritas ha attivato reti, alleanze, azioni congiunte e specifiche, strategie e progettualità, raccolte e donazioni di alimenti, accoglienze per anziani, iniziative nelle carceri o a sostegno delle comunità indigene e dei migranti”. Di fronte a questo grave problema, “i Governi devono progettare ed eseguire azioni più efficaci che aiutino a risolvere problemi di salute, cibo, trasporti, occupazione e infrastrutture sanitarie. La quarantena e il confinamento non devono essere solo un fattore di protezione della salute, ma anche di protezione dei diritti umani e del diritto al lavoro con retribuzione dignitosa”.
Conclude il presidente della Caritas latinoamericana: “Siamo in un momento che, sebbene richieda un aiuto immediato di fronte ai problemi esistenti, ci chiede anche di discernere la realtà di ciascuno dei nostri Paesi e della Regione, di fare insieme tesoro di ciò che abbiamo appreso, di riflettere in modo innovativo per progettare nuove forme di relazioni ed economia sostenibile”, nella consapevolezza che il vecchio modello “ha generato povertà, esclusione e iniquità nei nostri popoli. Tornare indietro non è la parola d’ordine, ma piuttosto bisogna aprire gli orizzonti alla novità”.