“Per la prima volta dall’avvio della crisi, i diritti dei bambini sono considerati nel Decreto Rilancio che accoglie alcune delle richieste che abbiamo avanzato in questo periodo”. Lo dichiara Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children a commento del Decreto rilancio appena varato dal Governo. I bambini e gli adolescenti, “soprattutto nei territori più svantaggiati”, sono stati colpiti da una doppia crisi, economica e educativa, e da loro “occorre ripartire per riscrivere il loro futuro e quello dell’Italia”. Di qui l’importanza di “un piano straordinario organico per l’infanzia e l’adolescenza”. Fondamentale garantire a bambini, bambine e ragazzi dei quartieri più difficili una estate ricca di opportunità educative. Per questo, l’organizzazione accoglie con favore l’impegno contenuto nel Decreto a realizzare attività educative e ricreative durante l’estate per i bambini dai 3 ai 14 anni, e iniziative di contrasto alla povertà educativa sul territorio nazionale.
Di rilievo anche il focus specifico sugli interventi nel Mezzogiorno e l’attenzione al sistema educativo per i bambini di età 0-6 anni. Oggi in Italia, la copertura di asili nido e servizi per la prima infanzia si attesta sul 13%, ben lontano dal target Ue del 33%.
Importante l’impegno per la riapertura delle scuole, con investimenti per acquisto materiali, adeguamento spazi, innovazione didattica, misure di prevenzione sanitaria e possibile apertura di cantieri estivi per la messa in sicurezza. Di qui l’auspicio di Milano che la proposta di legge promossa da Cittadianzattiva e Save the Children, depositata in Parlamento, arrivi a rapida approvazione.
Essenziale inoltre l’introduzione di un reddito di emergenza (1 milione di bambini in più oggi rischia di scivolare nella povertà assoluta), soprattutto per le famiglie con figli, insieme ad una “strategia di sostegno alla genitorialità, con l’introduzione dell’assegno unico”. Necessario infine contrastare il fenomeno dei ‘neet’ – adolescenti vulnerabili già usciti dal percorso scolastico che non lavorano né studiano – che in Italia riguarda quasi 1 giovane su 4 e al Sud raggiunge punte del 38% in Sicilia e del 35% in Calabria. Di qui l’indicazione di costruire possibili percorsi in ambiti oggi necessari come ad esempio quelli dei servizi per l’igiene e la sanificazione.