Con la riapertura delle aziende italiane dal 4 maggio, i giovani del IV anno del Centro di formazione professionale salesiano del Cnos-Fap dell’Istituto Gerini di Roma del settore elettronico hanno ripreso l’attività di stage in azienda dove sono impegnati a trovare soluzioni per arginare l’emergenza sanitaria mondiale. In particolare, riferisce l’agenzia salesiana Ans, alcuni di loro stanno contribuendo fattivamente all’assemblaggio e al collaudo di apparecchiature per la prevenzione, la diagnostica e il monitoraggio del Coronavirus. Altri sono impegnati nel montaggio di ventilatori polmonari, indispensabili per tenere in vita le persone contagiate con condizioni respiratorie critiche, e altri ancora collaborano nel settore di speciali sensori posti sugli indumenti del personale sanitario, in modo da segnalare (tramite allarme o messaggio) la durata della loro presenza accanto a persone in situazioni a rischio. Don Bosco credeva profondamente nel protagonismo dei giovani e affidava loro responsabilità anche al di sopra delle loro forze; non badava a spese per la loro formazione e ricercava le tecnologie più avanzate del tempo; li accompagnava personalmente nelle prime esperienze lavorative e curava il loro inserimento nel mondo del lavoro anche da un punto di vista contrattuale. Voleva che fossero esemplari da un punto di vista umano, cristiano e professionale per poter dare un contributo per il bene della società civile. Allora come oggi i “nuovi ragazzi di Don Bosco” collaborano fattivamente anche nell’offrire un prezioso contributo tecnico e scientifico per il bene dell’intera società.