Coronavirus Covid-19: Goel e Comunità Progetto Sud, ora “puntare su digitale, agricoltura biologica, turismo, sanità, mutualismo, democrazia e sussidiarietà”

“Infrastrutturazione digitale, agricoltura biologica, turismo, sanità, mutualismo, democrazia e sussidiarietà”: da qui occorre ripartire nel post-Covid in Calabria e non solo. Ne sono convinti Goel-Gruppo Cooperativo e Comunità Progetto Sud, che, in una lettera aperta, evidenziano le difficoltà in cui si trovano la Regione e, in generale, tutto il Mezzogiorno. “La ‘ricostruzione’ non dipende solo dalle risorse economiche: se non vi sono idee forti su come far ripartire il Paese, e le sue aree più fragili, i soldi non basteranno. Bisogna predisporre urgentemente un piano di investimenti che rilanci l’economia, non solo dal punto di vista dei consumi e della liquidità, ma anche dal punto di vista della competitività, dell’innovazione e della capacità di adattarsi a un mondo che la pandemia ha cambiato. Lottando contro la ‘ndrangheta e contro l’emarginazione sociale, in questi anni, abbiamo imparato a pensare positivamente, a cogliere e sfruttare ogni opportunità che si intravede, anche nelle situazioni più drammatiche”, sottolineano.
Un primo passo è “un grande piano di infrastrutturazione tecnologica e digitale per le imprese calabresi”, utile anche per “rafforzare l’accesso all’istruzione e alla formazione continua dei bambini e dei giovani che abitano nelle aree interne della Calabria”. Occorrono, poi, “un massiccio investimento di potenziamento e qualificazione del comparto agroalimentare biologico in Calabria” e un ripensamento del turismo non più “mordi e fuggi”, ma “orientato alla salute, all’aria, al sole, alla rigenerazione personale, al buon cibo, ai ritmi lenti”. Questo implica, però, “professionalità, infrastrutturazione organizzativa e tecnologica, qualità ecologica di territori e ricettività”.
L’emergenza coronavirus ha evidenziato anche la necessità di “avviare un piano d’investimenti di rafforzamento strutturale della sanità al Sud, per consentire di poter efficientare la spesa sanitaria”. E, ancora, “consumare locale, consumare meridionale, consumare italiano sono i presupposti di un mutualismo intelligente e coerente anche con la sostenibilità ambientale”. Infine, “quest’Italia della partecipazione, quest’Italia della sussidiarietà, non va ‘licenziata’ dopo la crisi; al contrario, bisogna che sia ascoltata, valorizzata e mobilitata anche per la ripartenza”: “Nessuno salverà il Meridione o l’Italia senza la sussidiarietà della società civile. Da questo punto di vista, anche il terzo settore è chiamato a lanciare il cuore oltre l’ostacolo, senza chiudersi nei propri problemi e nelle proprie difficoltà del momento, che potranno essere superate solo ritornando a ‘farsi territorio’ e animando e organizzando le comunità di appartenenza”.

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