Coronavirus Covid-19: card. Comastri, “se vogliamo vincere i lupi dobbiamo diventare agnelli”

“Se vogliamo vincere i lupi dobbiamo diventare agnelli”. A citare San Giovanni Crisostomo è stato il card. Angelo Comastri, arciprete della basilica vaticana, guidando la recita del Rosario trasmessa in diretta streaming, dopo il Regina Coeli, dalla basilica di San Pietro. “Questa è la logica di Dio”, ha commentato il cardinale a proposito del primo Mistero della Luce, che ci porta lungo il Giordano, dove Giovanni Battista sta invitando la gente alla conversione del cuore: “Dobbiamo credere nella forza della bontà”. Il secondo Mistero della Luce ci porta a Cana, ad una festa di nozze. “La  famiglia l’ha inventata Dio e la famiglia è insostituibile”, ha detto Comastri ricordando che nel 1990, quando Madre Teresa, dopo 62 anni, ritornò nella sua terra, quando ormai era morta anche la sua mamma, “la prima cosa che chiese fu: ‘Portatemi sulla tomba di mia mamma. Senza l’esempio di mia mamma e di mio padre, non ci sarebbe mai stata Madre Teresa di Calcutta’”. “Quanto è importante l’esempio dei genitori!”, ha esclamato il cardinale: “La famiglia è in pericolo, la famiglia è combattuta. Maria, salva la famiglia, che talvolta sembra aver smarrito la sua missione”.  Il terzo Mistero della Luce ci presenta Gesù che sta percorrendo le strade della Palestina e proclama le Beatitudini, “che col passare di secoli sono sempre più belle, più vere, più luminose”, tanto da affascinare perfino i filosofi. Hegel, infatti, diceva che “Cristo è il cardine della storia”. E Kant: “Il Vangelo è la sorgente di tutta la nostra civiltà”. “Se lo ricordino coloro che combattono Gesù”, il commento di Comastri: “E noi ringraziamo Dio per il grande dono di aver incontrato Gesù e di aver creduto in Lui”. Il quinto Mistero della Luce, ha concluso il cardinale, ci presenta Gesù che “ci lascia due perle preziose prima di lasciare questo mondo: il comandamento dell’amore, che Gesù chiama il mio comandamento, e l’Eucaristia: se la viviamo con fede, è come una trasfusione dell’amore di Dio”.   Infine, l’invocazione a San Michele Arcangelo.

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