“Si chiama al 1522 per chiedere aiuto in caso di violenza e/o stalking, per segnalare casi di violenza ed emergenza (2.013 chiamate, pari al 40% delle chiamate valide tra il 1° marzo e il 16 aprile 2020), per chiedere informazioni sul servizio stesso (1.423, il 28,3%), per avere informazioni sui centri antiviolenza (654, il 13%). È elevato anche il numero di coloro che si rivolgono al servizio per chiedere assistenza di tipo sociale o psicologica, pari al 17,1% (con 858 casi)”. Lo rende noto oggi l’Istat diffondendo le statistiche su “Violenza di genere al tempo del Covid-19: le chiamate al numero verde 1522”.
“Al numero verde antiviolenza – viene spiegato – si rivolgono anche persone che non trovano un ascolto adeguato alle diverse richieste di sostegno. Questa tipologia di telefonate è cresciuta in proporzione di più nel periodo 1° marzo- 16 aprile 2020 rispetto agli anni precedenti (+7,8 punti percentuali), probabilmente come effetto della stessa campagna televisiva”.
Nel 60,6% dei casi le chiamate al 1522 sono arrivate tra le 9 e le 17; quelle ricevute di notte o di mattina presto, di solito in numero esiguo, sono risultate in aumento nel periodo del lockdown rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (le chiamate tra le 21 e le 5 della mattina sono aumentate del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2019).
Stando ai dati diffusi, le vittime, pari al 40% di chi ha chiamato, donne nel 97% dei casi (un dato costante nel tempo), appartengono a diverse classi di età e sono in maggioranza coniugate, segno che la richiesta di aiuto proviene da un tipo di violenza di coppia. “Dal racconto che le vittime fanno alle operatrici del 1522 – si legge – emerge che la maggior parte di esse non denuncia la violenza subita, proprio perché consumata per lo più all’interno di contesti familiari. Mettendo a confronto il periodo 1° marzo-16 aprile del 2019 e del 2020 si osserva inoltre un calo della quota di vittime che denunciano, dal 74,8% (947 casi) al 72,8% (1.466)”.