Durante la pandemia Covid-19 rifugiarsi nel cibo è per molte persone un modo per sfuggire alle emozioni negative e per gratificarsi, ma arriva un nuovo alleato per resistere all’incontrollabile desiderio di abbuffarsi. Lo studio italiano di due gruppi di ricerca ha identificato in una molecola, l’oleoiletanolamide, un nuovo strumento farmacologico per prevenire e contrastare il disturbo da alimentazione incontrollata., vera e propria patologia. Come il Binge Eating Disorder (Bed) il disturbo alimentare più comune, caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate fuori controllo, non seguiti da atti compensatori o di eliminazione. Chi ne è affetto sviluppa nel tempo obesità grave, oltre a un marcato disagio psicologico. I trattamenti più significativi e attualmente disponibili prevedono una combinazione di psicoterapia e farmacoterapia; tuttavia, il tasso di ricaduta è ancora molto elevato. Due gruppi di ricerca – coordinati rispettivamente da Silvana Gaetani del Dipartimento di Fisiologia e farmacologia Vittorio Erspamer dell’Università La Sapienza di Roma e da Carlo Cifani della Scuola di Scienze del farmaco e dei prodotti della salute dell’Università di Camerino – hanno identificato in una molecola, l’oleoiletanolamide, un nuovo strumento farmacologico per prevenire e contrastare il disturbo da alimentazione incontrollata. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Neuropsychopharmacology. L’oleoiletanolamide, più nota con il suo acronimo Oea, svolge il ruolo di segnale di sazietà per il cervello e di regolatore del metabolismo.