A distanza di una settimana dalla precedente riunione dello scorso 5 maggio, i vescovi della Conferenza episcopale del Triveneto (Cet) si sono ritrovati nel pomeriggio di oggi con l’ormai consueta modalità della videoconferenza dalle rispettive sedi. Una prima parte dell’incontro è stata dedicata alla prossima ripresa della celebrazione delle messe con il concorso del popolo, nel rispetto delle attuali disposizioni sanitarie, di igiene e sicurezza. Al di là delle specifiche indicazioni che ogni diocesi sta emanando, i presuli, si legge in un comunicato, “invitano a motivare e valorizzare questo momento come un’occasione singolare per apprezzare di nuovo la bellezza e la forza di partecipare all’Eucaristia insieme alla comunità ed esortano tutti a vivere con serenità, prudenza, senso di responsabilità e carità questa fase di ripartenza delle celebrazioni nelle chiese e che richiederà, inevitabilmente, anche un necessario ed opportuno tempo di prove, verifiche e ‘aggiustamenti’”. Ancora non fissate e rinviate a data da destinarsi le celebrazioni delle Prime Comunioni e delle Cresime. Per la messa del Crisma alcune diocesi si stanno già organizzando per svolgerla negli ultimi giorni di maggio, entro il tempo pasquale, nelle forme possibili. Con il responsabile della Commissione triveneta della Pastorale giovanile, don Davide Brusadin, i vescovi si sono poi interrogati circa la possibilità di attività estive in parrocchie e patronati/oratori, centri estivi, case per ferie con bambini, giovani e famiglie, ma si attende di comprendere meglio quali saranno gli effettivi margini d’azione.
I presuli si sono quindi confrontati – per offrire il loro contributo in proposito alla Cei – sugli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana nel quinquennio ‘20-‘25 a partire dalla nuova situazione determinata dalla pandemia nel Paese e nella Chiesa. Riprendendo quanto espresso nel precedente incontro, “unanimemente hanno convenuto sull’opportunità di un tempo di riflessione e discernimento per leggere il momento presente e comprenderlo alla luce della fede e di quanto lo Spirito sta comunicando; un tempo in cui mettere in evidenza cosa è importante ed essenziale, interrogandosi su quale immagine e stile di Chiesa richieda la nuova situazione”. Un periodo di riflessione, ascolto e confronto, secondo uno stile di reale e concreta sinodalità “per favorire una maggiore collegialità episcopale e comunione ecclesiale”. Obiettivo, individuare alcune linee pastorali sintetiche, incisive e declinabili nei territori e nelle comunità cristiane. Per i vescovi è importante che la Chiesa potenzi e programmi il servizio caritativo ed elabori una visione integrale dell’uomo per stimolare e promuovere la persona umana anche negli ambiti di finanza, economia, lavoro, welfare, attraverso la dottrina sociale della Chiesa.
L’incontro odierno si era aperto con il ricordo grato e affettuoso durante la preghiera dell’ora media di mons. Eugenio Ravignani – vescovo emerito di Trieste e Vittorio Veneto che si è spento pochi giorni fa ad Opicina (Ts) –, del card. Marco Cè – a lungo patriarca di Venezia e presidente della Cet, nel 6° anniversario della morte – e del card. Renato Corti, vescovo emerito di Novara, deceduto stamattina e che nel 2016 aveva predicato gli esercizi spirituali ai vescovi del Triveneto.