Un sopralluogo nel weekend per riaprire gli ambienti e pensare a come tornare lentamente alla normalità. Poi l’amara sorpresa. “Ci hanno rubato tutto – dice sconsolato padre Nicola Preziuso, dei Giuseppini del Murialdo di Taranto -: il trattorino per il giardinaggio, il tagliaerba, i battitori per le olive, i tavoli professionali e la cucina nuovissima, con il forno ad induzione. Oltre diecimila euro di danni”. Le attrezzature servono per portare avanti le attività formative del “Centro educativo Murialdo”, nato una trentina d’anni fa. “Avevamo in concessione una casa cantoniera dell’Anas, poi siamo stati sfrattati e il demanio sei anni fa ci ha dato provvisoriamente un’altra area, accanto a parco Cimino, in cui c’erano 7 ruderi abbandonati, 57 alberi di ulivo secolari, mai potati, tante macerie. Ci siamo rimboccati le maniche – prosegue il sacerdote – e ci abbiamo fatto tante cose, anche le analisi del terreno insieme all’Arpa (Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente, ndr), scoprendo che mezzo ettaro su quattro ettari e mezzo era inquinato da pcb e metalli pesanti. Così è nato un progetto di fitorimedio con dei pioppi. Li abbiamo piantati che erano bastoncini di 25 centimetri. Oggi hanno raggiunto i 10-12 metri e bonificano il terreno”.
Intanto, è proseguito il lavoro con i giovani e i disoccupati. “Abbiamo ristrutturato una delle sette palazzine, la più piccola. È diventata la nostra sede operativa, insieme a dei prefabbricati: uno in vetro, poi un container e un capannone da 100 posti. Qui si fa esperienza di varie attività lavorative, la ‘girandola degli spazi’, l’abbiamo chiamata. Chi arriva – spiega padre Nicola – per cinque pomeriggi segue il laboratorio di pasticceria, per altrettanti giorni quello di cucina, di saldatura, di vetrofania, di giardinaggio e così via. Individuate le loro passioni, con una ventina di volontari, accompagniamo ciascuno in percorsi esterni di formazione professionale e ci occupiamo anche di fornire le basi, a chi dimostra propensione, per potersi mettere in proprio e creare un’impresa. Quindici piccole e medie aziende sono nate così in questi anni e oggi godono di buona salute dal punto di vista economico”. Tutto questo, a seguito del furto, rischia di non poter avere un seguito. “Abbiamo sporto denuncia ed ho informato anche il sindaco di Taranto con una raccomandata. La zona dove ci troviamo è passata al Comune di recente e stiamo pure attendendo di sapere se verrà rinnovata la concessione al nostro Centro. Ci sentiamo ancora storditi da questo imprevisto ma ne abbiamo subite tante negli anni ed io continuo a credere che dove abbonda la fede sovrabbondi la grazia. Mi commuove la solidarietà dai giovani che hanno usufruito negli anni di questo percorso e abbiamo tanti amici e sostenitori. Voglio credere – conclude padre Nicola – che supereremo anche questa”.