“Sappiamo che la Messa non è mai ‘sola'” e che “il prete può celebrare nel luogo più isolato della terra, nella più totale solitudine, ma sa che egli agisce nella ‘Persona di Cristo’ – altare, vittima e sacerdote – e che è circondato da una moltitudine che nessuno può contare, è avvolto dalla Chiesa del cielo e della terra”. Lo scrive il card. Angelo Bagnasco, amministratore apostolico della diocesi di Genova, in una lettera inviata ai sacerdoti genovesi in vista della ripresa delle celebrazioni con la partecipazione dei fedeli da lunedì 18 maggio. Nel messaggio pubblicato sul sito della diocesi genovese si legge che, adesso, “finalmente sarà possibile riprendere la celebrazione della Santa Messa con il popolo. Era un vivo desiderio di noi pastori e di non pochi fedeli che mi hanno scritto del loro disagio spirituale insieme all’apprezzamento per le iniziative che avete messo in atto per farvi vicini a piccoli, giovani, famiglie e anziani; per sostenere ognuno nel forzato isolamento”. “Ora – prosegue il porporato – torneremo a vedere la nostra gente e saremo contenti. Sono certo che vi guarderanno con occhi un po’ diversi: dopo il lungo digiuno eucaristico, scorgeranno dietro al vostro volto la luce del Signore; avranno intuito che siete un dono da valorizzare nella vostra missione di pastore–profeta–sacerdote”. Al termine della lettera viene poi precisato che “colui che distribuisce la Santa Comunione – oltre a indossare la mascherina come previsto – deve igienizzare le mani e i guanti”. Inoltre, “tornato all’altare, si tolga i guanti e li ponga in un contenitore con acqua, al fine di sciogliere eventuali frammenti eucaristici” e, “terminata la Santa Messa, si eliminino i guanti e si versi l’acqua nella terra”.