Decreto Rilancio: associazioni paritarie cattoliche, “zero risorse per nostre scuole vuol dire farle chiudere”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Dalle bozze che circolano del decreto legge ‘Rilancio’, sulle quali il Governo sta ancora discutendo, emerge un dato inequivocabile: i circa 866.000 alunni, le loro famiglie, i circa 100.000 lavoratori delle oltre 13.000 scuole paritarie non profit non sono considerati…”. È l’amara constatazione di Giancarlo Frare, presidente nazionale di Agesc, Marco Masi, presidente nazionale di Cdo Opere educative, Pietro Mellano, presidente nazionale di Cnos Scuola, Marilisa Miotti , presidente nazionale di Ciofs scuola, Giovanni Sanfilippo, delegato nazionale per le relazioni istituzionali di Faes, Virginia Kaladich, presidente nazionale di Fidae, Luigi Morgano, segretario nazionale di Fism, con l’approvazione e il sostegno delle presidenze nazionali della Cism (Conferenza italiana superiori maggiori) e dell’Usmi (Unione superiore maggiori d’Italia).
“Nelle bozze si prevedono risorse straordinarie, quasi 1,5 miliardi per la scuola (per la sicurezza degli ambienti, per i dispositivi sanitari, per contenere il rischio epidemiologico, per la strumentazione didattica…), ma solo per la scuola statale. Per i servizi educativi e le scuole dell’infanzia non statali si prevedono complessivamente risorse per 80 milioni del tutto inadeguate e di gran lunga inferiori a quelle richieste dallo stesso Parlamento nelle settimane scorse”, denunciano le associazione delle scuole paritarie cattoliche. Di qui l’auspicio che “il Governo nel provvedimento finale sappia tenere nella giusta considerazione i diritti delle persone: alunni/studenti, famiglia, personale delle scuole paritarie ed evitare così ulteriori e ingiustificabili discriminazioni”.

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