“In questo momento difficile che tutti stiamo vivendo, noi confessiamo che Gesù è vivo e presente in mezzo a noi. Egli ci infonde fiducia e speranza nella certezza che la nostra vita è nelle mani di un Padre e di un Amico che ci ama”. Lo ha detto stasera il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, celebrando, in cattedrale, la Messa del Giovedì Santo, durante la quale, per le disposizioni della Santa Sede, “non vi sarà il rito della lavanda dei piedi, né la processione della SS.ma Eucaristia la quale, però, a fine Messa verrà reposta nel Tabernacolo per l’adorazione individuale”, ha ricordato il porporato.
In questo Giovedì Santo, ha proseguito, “noi ricordiamo e partecipiamo ad alcuni ‘segni’ che Cristo ci ha lasciato come in eredità e che costituiscono l’essenza della vita della Chiesa e di ogni discepolo del Maestro Divino”. Innanzitutto, “l’istituzione dell’Eucarestia, che è la sua presenza sacramentale”. “Incominciando a morire per noi – ha osservato l’arcivescovo -, Gesù non vuole andarsene lontano da noi. Egli accetta la sofferenza e la morte, ma non vuole abbandonare i suoi cari, vicini e lontani. I tralci senza la vite non possono dare frutto, ma neppure la vite senza i tralci, sono necessari gli uni e gli altri reciprocamente. Per questo Gesù, nell’ultima Cena ha istituito l’Eucarestia”. Il card. Sepe ha evidenziato: “L’Eucarestia è un’invenzione nello stile di Dio, nello stile, cioè, di un amore divino che ci ama ‘fino in fondo’; è l’invenzione di un ‘Amico’, che vuole rimanere vivo e presente per tutti noi; presente nella pienezza della sua umanità e divinità a tutte le generazioni fino alla fine del mondo.
Il secondo segno che Gesù ci lascia è “il comandamento dell’Amore” e il terzo è “l’istituzione del sacerdozio”.
Ma, si è chiesto il porporato, “chi continuerà la sua missione? Gesù l’affida ai suoi apostoli, i quali la trasmetteranno a tutti coloro che Gesù chiamerà ad essere suoi sacerdoti. Fate questo in memoria di me. Gli apostoli e tutti i ministri ordinati sacerdoti riceveranno e trasmetteranno tale potere, ripeteranno ogni giorno come stiamo facendo noi in questo momento: Questo è il mo corpo, questo è il mio sangue. È la verità della presenza sacramentale di Gesù, che si rinnoverà sempre in ogni angolo della terra, fino alla fine dei tempi”.