Lesbo: Svizzera, appello Chiese cristiane. “Situazione catastrofica, siano evacuati i minori non accompagnati”

I campi nell'isola di Lesbo. foto: Comunità Sant'Egidio

La situazione dei richiedenti asilo nelle isole greche è “catastrofica ed è ulteriormente aggravata dalla pandemia di coronavirus”. In un appello per la Pasqua 2020 rivolto al Consiglio federale, le tre Chiese nazionali svizzere chiedono che i richiedenti l’asilo minorenni e non accompagnati, che hanno un legame con la Svizzera, siano evacuati rapidamente e accolti nel Paese elvetico. “La pandemia che si sta diffondendo non permette di perdere altro tempo prezioso. È necessario agire rapidamente e a maggior ragione in questo periodo di Pasqua”, scrivono i tre leader cristiani firmatari dell’appello. Al Consiglio federale e ai politici svizzeri, le tre Chiese chiedono “un gesto di generosità” e di collaborare con le autorità locali al fine di individuare gli aventi diritto ad entrare in Svizzera. Le Chiese si dicono anche disponibili in questo progetto a fornire “il proprio aiuto sia con la raccolta di fondi sia tramite le loro organizzazioni umanitarie”. In molti luoghi della Svizzera, le città e i comuni, le comunità parrocchiali, le organizzazioni di aiuto, ecclesiastiche e non, sono in grado di accogliere e assistere queste persone. In passato, il popolo svizzero ha dimostrato più volte la propria disponibilità con molte iniziative e progetti umanitari. “Il fatto che l’Europa non abbia ancora trovato una risposta unitaria alla catastrofe dei profughi non solleva i politici svizzeri dalle loro responsabilità. In virtù dei trattati di Schengen e Dublino, esiste una responsabilità condivisa per la situazione dei rifugiati e della popolazione locale in Grecia. È quindi urgentemente necessario provvedere a evacuare almeno un piccolo numero di persone che hanno legami con la Svizzera”, si legge nell’appello. “La Svizzera può essere un modello per l’Europa in questo periodo di Pasqua, in termini di umanità e atteggiamento”, sottolinea Gottfried Locher, presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera. Anche Felix Gmür, presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri, sottolinea il messaggio della Pasqua: “In una prospettiva cristiana, il messaggio pasquale dona speranza e fiducia in questa difficile situazione: la morte non ha l’ultima parola e la Pasqua infonde una nuova dinamica di vita”. E Harald Rein, vescovo della Chiesa cattolica cristiana della Svizzera, conclude: “La vita – e non la morte – dovrebbe avere l’ultima parola, perché il messaggio di speranza della Pasqua è universale e valido per tutti”.

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