“Forse l’immagine evangelica che rende al meglio la nostra situazione odierna è quella dei discepoli di Emmaus: delusi, sfiduciati, in cammino. Ma come i discepoli di Emmaus ci ritroviamo oggi ad essere accompagnati dal Signore nell’ascolto della Parola e a metterci a cena con Lui. Il Giovedì Santo, l’ultima Cena, è l’inizio di un cammino rinnovato, nella gioia, che ci accompagna al Risorto, alla Pasqua”. Lo ha affermato mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nell’omelia della messa in Coena Domini. Il vescovo ha commentato le letture, e poi ha aggiunto: “L’Eucaristia è presenza, è ricordo, è alleanza. L’Eucaristia è un dono per la nostra salute e la nostra salvezza. In questi tempi di incertezza, di paura, di smarrimento – di ‘tempesta’ ci ha ricordato Papa Francesco – l’Eucaristia ritorna ad essere un farmaco. L’Eucaristia richiama anche lo stile di vita del cristiano, lo stile del servizio e della carità”. L’Eucaristia, “in questa nostra situazione di sofferenza e di smarrimento, è un gesto di cura che si assomma ai gesti di cura e di servizio dei numerosi malati che affollano tanti Ospedali, ma anche li avvalora. L’Eucaristia richiama così la solidarietà, la fraternità in un tempo in cui il rischio, a diversi livelli, è quello dello sfruttamento, dell’abbandono, dell’accaparramento, dell’umiliazione”.
“Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, sediamoci anche a noi oggi alla Cena del Signore, con il desiderio di recuperare il senso e il valore della presenza reale di Gesù nella nostra vita, ma anche lo stile di servizio che questa presenza ‘ogni volta’ ci sollecita. Ci sono stagioni della vita, come quella che oggi viviamo, dove l’Eucaristia ritorna ad essere la fonte e il culmine della vita cristiana, anche senza la nostra partecipazione, in comunione solo spirituale. Mai come oggi comprendiamo che non siamo noi a fare l’Eucarestia, ma è l’Eucarestia che ci forma, ci conforma a Cristo, nostro Servo e nostro Signore, che ci viene incontro: l’Eucaristia fa la Chiesa. E nella Chiesa l’Eucaristia è il pane di vita, il pane del cammino: ci regala – come ci ricorda S. Ireneo – la speranza della Risurrezione”.