Il Governo approva al Senato i provvedimenti antiusura proposti dalla Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II al decreto “Cura Italia”. “La Consulta antiusura richiedeva misure più poderose, tuttavia sono passati due principii fondamentali per la lotta all’usura: il primo è che il Fondo antiusura l. 108/96 art. 14 non è più a beneficio esclusivo delle sole imprese; il secondo è che la prevenzione deve essere adeguatamente finanziata, perché rappresenta la partita più importante, anche rispetto alla solidarietà”. Lo evidenzia, in una nota, la Consulta nazionale antiusura, per la quale “è questo un primo passo verso un cambio di sguardo da parte delle istituzioni nei confronti delle famiglie indebitate, vittime e a rischio usura”. Nei prossimi giorni, in cui il provvedimento approderà alla Camera dove ci sarà pure la fiducia, mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale e della Fondazione antiusura San Nicola e Santi Medici di Bari, “continuerà la sua azione di dialogo e confronto con le istituzioni”.
Entrando nel dettaglio, in commissione Bilancio del Senato è passato un provvedimento che dispone anche per gli operatori non commerciali, famiglie, giovani e disoccupati l’accesso al Fondo di solidarietà, e maggiori risorse per la prevenzione e sospensione delle rate dei mutui. Nei giorni scorsi la Consulta nazionale antiusura, facendosi portavoce delle 32 Fondazioni antiusura operanti in Italia, ha inviato un documento al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e alle Commissioni parlamentari competenti, con il quale sottoponeva la difficile condizione delle famiglie indebitate e a rischio usura aggravata dalla pandemia da Covid-19. Ha richiamato l’attenzione delle istituzioni su una fetta della popolazione, fatta di lavoratori precari, a nero e disoccupati, e famiglie sovrindebitate, che improvvisamente si è trovata senza un minimo di risorse economiche per vivere. “Una zona grigia sofferente del Paese difficile da censire, che passa inosservata soprattutto in questi momenti di crisi economica e di affollamento di lavoro da parte degli organi istituzionali, nella quale la malavita organizzata si muove indisturbata prendendone il controllo tramite l’usura”, la sottolineatura della Consulta.