“Capisco che in un tempo così centrale come la Pasqua sentirsi impossibilitati a prender parte alle celebrazioni costituisca una privazione. Ma non per questo viene meno la nostra fede e la nostra appartenenza alla Chiesa”. Lo dice il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, in una intervista rilasciata ad Avvenire. “Restare a casa è un atto di amore che facciamo nei confronti delle persone, perché ci interessa la vita di tutti, non solo di quelli che sono cristiani – aggiunge il vescovo -. Alla fine verremo riconosciuti dall’amore che avremo gli uni per gli altri e giudicati proprio sull’amore. Toccare la carne di Cristo, toccare il suo corpo è prendere su di noi il dolore per i poveri, la sofferenza dei malati, il lutto delle famiglie”.