Da un’indagine promossa dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, condotta da Ipsos su un campione di 2.000 cittadini dai 18 ai 34 anni e diffusa oggi, emerge che in tempi di coronavirus quasi la metà dei giovani si aspetta un domani peggiore e ancor più se si parla di salute e di lavoro. Tre intervistati su quattro vedono tutto molto fosco: economia, reddito, disoccupazione, formazione, competitività delle aziende e servizi per le famiglie. Prevalgono le preoccupazioni sulle condizioni del Paese in generale, più accentuate nelle fasce più deboli (dal 61,8% dei laureati al 66,8% di chi ha titolo basso). Nell’orizzonte grigio ci sono però squarci di azzurro: non mancano coloro che vedono la possibilità di trasformare la crisi in opportunità: gli italiani avranno sperimentato migliori relazioni familiari, nutriranno maggiore fiducia nella scienza, avranno più competenze digitali, ci sarà più attenzione alla salute pubblica e godranno di un più efficiente servizio sanitario. Dall’indagine emerge inoltre che il 51,5% afferma di sentire di apprezzare di più la vita. Inoltre, sono molti di più quelli che hanno scoperto di poter contare sugli altri in caso di problemi rispetto a quelli che hanno ottenuto l’impressione opposta (31,8% contro 14,8%). Quasi il 30% ha poi sperimentato, con la crisi, opportunità che non immaginava.
Il coordinatore scientifico Alessandro Rosina evidenzia la “voglia di reagire positivamente, di guardare oltre la normalità e quotidianità passata (in cui molte cose si davano per scontate), di pensare in modo diverso (e positivo) a se stessi e alle proprie capacità, di riscoperta di valore delle vita e delle relazioni, ma anche un atteggiamento aperto verso il cambiamento e alle opportunità che si possono aprire (pur tra complessità e insidie). Questa energia positiva va sostenuta, incoraggiata e valorizzata, in modo che diventi la spinta principale su cui può contare il Paese per ripartire, non solo superando l’emergenza ma mettendo le basi di un nuovo percorso di sviluppo”.