Anfn, l’associazione che raduna e dà voce alle famiglie numerose in Italia, accoglie con favore la misura allo studio del Governo – ed anticipata dal ministro per la famiglia Elena Bonetti – di un assegno straordinario per le coppie con figli, duramente segnate dall’emergenza Covid-19. Ma si dice perplessa sulla scelta di limitare l’assegno agli under 14. Il presidente dell’associazione Mario Sberna ha rivolto un appello al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, ai titolari del Mef Roberto Gualtieri, del Lavoro Nunzia Catalfo e della Famiglia Elena Bonetti, perché si introduca “l’estensione dell’assegno a tutti i figli a carico, almeno per le famiglie con tre o più figli” che sono quelle che più già soffrono nella vita di tutti i giorni e, a maggior ragione, in questa emergenza Covid-19. Suggerendo di reperire le risorse per questa operazione dai contributi versati dai lavoratori all’Inps per gli assegni familiari, ma che solo in parte tornano nelle tasche dei genitori sotto forma, appunto, di assegno al nucleo familiare.
Secondo uno studio elaborato dall’osservatorio politico di Anfn e realizzato su un campione rappresentativo di famiglie italiane – che uscirà sul prossimo numero dell’house organ Test positivo – ogni figlio costa in media tra gli 8.300 euro ed i 10.130 euro nei primi 14 anni di vita, eccezion fatta per i primi tre, dove tra baby sitter, nido, alimentazione dedicata e accessori per la crescita il costo sale fino a circa 13.300 euro.
Lo studio analizza 25 voci. 18 (che definiscono la cifra media degli 8.300 euro) sono definiti costi di impianto: dal cibo ai vestiti, dai consumi di acqua a quelli di energia elettrica o del gas, dalla Tari ai trasporti pubblici, dalla telefonia alla manutenzione o all’affitto dell’abitazione. “Alcune delle spese – precisa Alessandro Soprana, coordinatore dello studio – sono certamente in comune ma è di tutta evidenza che al crescere del numero dei componenti familiari le esigenze di spazi e i consumi aumentano”».
Altre 7 (che fanno schizzare la cifra a 10.130 euro) incidono sulla qualità della vita – dalle ferie ai compleanni, dallo sport al barbiere (o parrucchiera) dai libri al cinema e teatro.
La frequenza delle scuole superiori, i primi passi di autonomia, le cresciute esigenze – secondo l’osservatorio politico Anfn, fanno lievitare i costi di mantenimento del figlio, che oggi, in molti casi resta a carico dei genitori per molti anni.
Nel caso della frequenza universitaria – e in particolare dell’iscrizione ad una facoltà fuori dalla propria città di residenza – i costi lievitano tra i 5.300 e i 6000 euro l’anno, attestandosi intorno a 16.251 euro.
“I limiti che si vuole imporre all’assegno familiare – commenta Alfredo Caltabiano, referente di Anfn in seno al Forum delle associazioni familiari – suona come discriminatorio nei confronti di molte famiglie con tre e più figli (nati nel tempo ed alcuni dei quali già in avanti con gli anni) cui invece quel sussidio poteva, in qualche modo servire. Le stesse famiglie che l’Istat, prima ancora dell’emergenza sanitaria, definiva a maggior rischio di povertà. E che oggi, usciti a pezzi da questa crisi, diventeranno drammaticamente sempre più povere”.
Il direttore dell’osservatorio politico di Anfn Carlo Dionedi afferma: “Chiediamo semplicemente equità, il rispetto dell’articolo 31 della Costituzione. Non desideriamo uno Stato che preveda figli di serie A e figli di serie B. Perché ogni figlio vale”.