“Il successo del contenimento dell’epidemia passa attraverso la responsabilità sociale dei cittadini e i loro comportamenti”. Lo scrivono i vescovi italiani, nel messaggio per la festa del Primo Maggio, sul tema: “Il lavoro in un’economia solidale”. “La cittadinanza attiva e l’impegno di tutti noi in materia di stili di vita e di capacità di premiare con le nostre scelte prodotti e imprese che danno più dignità al lavoro sono oggi una leva di trasformazione che rende anche la politica consapevole di avere consenso alle spalle, quando si impegna con decisione a promuovere la stessa dignità del lavoro”, la tesi della Cei, secondo cui “la sfida che abbiamo di fronte è formidabile e richiede l’impegno di tutti”. “C’è una missione comune da svolgere nelle diverse dimensioni del nostro vivere come cittadini che partecipano alla vita sociale e politica, come risparmiatori e consumatori consapevoli, come utilizzatori dei nuovi mezzi di comunicazione digitali”, l’appello: “Questo chiede a tutti di dare un contributo alla costruzione di un modello sociale ed economico dove la persona sia al centro e il lavoro più degno. Così, senza rimuovere impegno e fatica, si può rendere la persona con-creatrice dell’opera del Signore e generativa”. Nel cammino che la Chiesa italiana sta facendo verso la 49ª Settimana sociale di Taranto (4-7 febbraio 2021) – si legge ancora nel messaggio – “siamo chiamati a coniugare lavoro e sostenibilità, economia ed emergenza sanitaria. L’opera umana sa cogliere la sfida di rendere il mondo una casa comune. I credenti possono diventare segno di speranza in questo tempo. Capaci di abitare e costruire il pianeta che speriamo”.