“La sofferenza, in questa Settimana santa, diventi luogo di speranza, soprattutto quando essa non è subita, ma aperta alla croce di Cristo, diventando espressione di amore”. Lo ha detto l’arcivescovo di Bari-Bitonto, Francesco Cacucci, durante la meditazione in preparazione alla Pasqua, trasmessa, ieri, in streaming dalla cattedrale di Bari. La speranza ha detto Cacucci deve essere un “atteggiamento di fondo che deve accompagnarci in questo passaggio pasquale”, prendendo coscienza che essa riguarda il futuro “ma anche il passato e il presente”. Con riferimento al passato, “oggi per trovare nuovo slancio”, dobbiamo anche “volgere il nostro sguardo al passato. E lì sapremo riconoscere che come Dio, nonostante tutto, è stato nel passato fedele alle sue promesse, lo sarà ancora”. Declinando la speranza nel presente, “non hanno futuro, sul piano personale, comunitario, politico, internazionale le nostre chiusure e le nostre grettezze”. La speranza “condivisa” diventa, come dice San Paolo nella lettera agli efesini, “forza di camminare”. È “la speranza della risurrezione”. Parlando della speranza al futuro, “la speranza è innanzitutto un dono” ed è “sempre umile”, ha ricordato Cacucci. Inoltre, la speranza “non è cieca, ma vede in un altro modo. Infine, la speranza, per crescere, ha bisogno della perseveranza”. “Carissimi sacerdoti e diaconi – ha concluso il presule -, soprattutto noi dobbiamo esercitare, in questi giorni, il ministero della speranza nel mondo”.