Coronavirus Covid-19: vescovi Sicilia, “preoccupazione per antiche e nuove povertà”

“Il numero impressionante di morti e di contagiati sta mettendo a dura prova la vita delle persone e la tenuta delle istituzioni. Ma siamo convinti che si stia apprendendo la dolce legge della condivisione e della compassione. Tante persone di buona volontà stanno diffondendo il sapore e la bellezza di una santità del quotidiano e di un umanesimo di prossimità”. Lo scrivono in un messaggio i vescovi siciliani, che ricordano “la prova di grande professionalità e di incondizionata dedizione dei medici e del personale sanitario” che “sta consentendo di affrontare con dignità l’emergenza, pur nella inadeguatezza delle strutture ospedaliere”. La preoccupazione della Conferenza episcopale siciliana (Cesi) è anche per le “antiche e nuove sopravvenute povertà”. “Il blocco delle attività produttive sta mettendo a dura prova il sistema Paese – si legge – e prelude a una crisi depressiva dell’apparato economico che inciderà sullo sviluppo dei prossimi anni e sulla qualità della vita delle famiglie e, in particolare, delle nuove generazioni”.
Nel messaggio, i vescovi esprimono dolore per la sospensione della vita liturgica, delle attività pastorali e dei progetti formativi. “La celebrazione della Messa nella solitudine delle nostre chiese, il digiuno eucaristico forzato dei fedeli, l’impossibilità di raccomandare a Dio le anime dei defunti e di dare il conforto della fede ai familiari nel rito delle esequie stanno turbando la vita spirituale di quanti alimentano con la Parola di Dio e i sacramenti la loro condizione di discepoli del Signore, testimoni della sua risurrezione”.
Guardando avanti, “al tempo in cui questa drammatica prova si concluderà”, la Cesi si dice consapevole di dover “pensare seriamente al compito e alla missione che ci attendono, in spirito di collaborazione e con creativa lungimiranza, nell’immane opera di ricostruzione umana, sociale ed economica”.

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