Procedere rapidamente “allo screening della popolazione detenuta, degli operatori della polizia penitenziaria e del personale sanitario e civile ivi impegnato, mediante somministrazione di tamponi nasofaringei, o di test sierologici come già avvenuto in Toscana ed in Campania”. È la prima richiesta contenuta nella lettera-appello inviata da Cittadinanzattiva al ministro della Giustizia, al capo del Dap, al commissario straordinario per l’emergenza Covid19 ed alle Regioni con riferimento alla necessità di tutelare la salute dei detenuti e del personale carcerario. L’organizzazione chiede inoltre la rapida fornitura di dispositivi di protezione individuale “in quantità sufficiente per personale e detenuti, anche incrementando le attività di produzione di mascherine avviate all’interno degli istituti”, e di procedere “alla tempestiva individuazione di alloggi dove collocare i detenuti che possono accedere alla detenzione domiciliare ma non hanno la disponibilità immediata di un domicilio idoneo”. “Si individui una collocazione immediata al di fuori degli istituti di pena per madri e bambini che si trovano tuttora ristretti, come peraltro richiesto nel condivisibile appello proveniente dalla casa circondariale di Roma Rebibbia”, prosegue il documento osservando che, se la presenza di bambini dietro le sbarre “rappresenta già nell’ordinario una gravissima aberrazione su cui da tempo si invocano interventi e riforme, in questo momento, il rischio, anche solo potenziale, di una loro esposizione al contagio impone di intervenire con assoluta risolutezza, prevedendo immediatamente l’uscita dagli istituti di madri e bambini, così da porli in sicurezza”.