“Le misure introdotte con il Dl n. 18/2020 – che prevedono per i detenuti in semi-libertà la possibilità di non rientrare in carcere la sera e per i condannati fino a 18 mesi di scontare la pena in detenzione domiciliare (con consistenti esclusioni per diverse categorie di condannati) – nonostante abbiano prodotto un leggero calo delle presenze nelle carceri, non bastano”. Lo dichiara Laura Liberto, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva che oggi ha inviato una lettera appello al ministro della Giustizia, al capo del Dap, al commissario straordinario per l’emergenza Covid19 ed alle Regioni. Tali misure, infatti, “raggiungono potenzialmente una platea di beneficiari insufficiente, ma soprattutto, sulla base delle segnalazioni che ci giungono, restano ulteriormente vanificate a causa della indisponibilità nell’immediato di un domicilio per una buona parte delle persone detenute. Peraltro, sulla base delle informazioni che finora abbiamo raccolto, i dispositivi di protezione individuale distribuiti nelle ultime settimane al personale di polizia penitenziaria risultano tuttora insufficienti e buona parte della popolazione detenuta risulta tuttora sprovvista di mascherine e gel disinfettanti”. “In questo momento di emergenza che investe l’intero Paese – si legge nel documento – , se la tutela della salute dei cittadini ha finora dichiaratamente rappresentato il criterio guida delle scelte e dei provvedimenti finora adottati dal Governo, riteniamo che lo stesso criterio debba ugualmente orientare gli interventi da promuovere nell’ambito penitenziario, con prevalenza rispetto ad ogni altra ragione o interesse”.