Un Pasqua “per il popolo santo di Dio ma senza il popolo”: così l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, scrive nel messaggio per la Pasqua 2020, che accompagna un sussidio per la preghiera in famiglia nella Settimana Santa. In un parallelo tra la quarantena di queste settimane e l’esperienza degli apostoli, mons. Caiazzo sottolinea come “anche noi, come loro, chiusi nel Cenacolo delle nostre chiese e case, viviamo l’attesa di annunciare che Gesù Cristo ha distrutto la morte e che in Lui tutto ha senso”. Mons. Caiazzo informa inoltre che, in accordo con i sindaci, anche per il giorno di Pasqua, come ieri per la Domenica delle Palme, le messe – naturalmente senza fedeli – verranno celebrate all’ingresso delle chiese: “Vuole essere un modo per annunciare, anche se alcune chiese sono lontane dalle abitazioni, che a Pasqua viene rotolata la pietra del sepolcro e Cristo risorge vittorioso”.
La prossima Pasqua “non perderà niente della sua fecondità spirituale, anzi potrà aiutarci a riflettere sull’essenziale della nostra vita e della nostra fede che spesso ci capita di nascondere sotto tanti travestimenti legati alla nostra faraonica voglia di sentirci protagonisti”: ne è convinto il vescovo di un’altra diocesi lucana, mons. Giovanni Intini, pastore della Chiesa di Tricarico. Nella lettera per la Pasqua riprende anche lui immagini evangeliche per avvicinare i primi cristiani a quelli di oggi: “Sarà lo Spirito del Risorto a far crollare ogni muro di isolamento e farci ripartire con l’entusiasmo dei due discepoli di Emmaus – scrive – per annunciare il Vangelo dell’incontro con Gesù che ciascuno di noi sta vivendo, secondo la propria esperienza, in questi giorni di privazione, desolazione e tristezza”.