“La condizione particolare in cui la nostra nazione, anzi gran parte del mondo, si trova quest’anno per l’epidemia di Coronavirus e l’impossibilità di essere presenti fisicamente in chiesa alla celebrazione dei santi misteri della nostra Redenzione ci aiuta ad attrezzare il nostro mondo interiore per rapportarci con più profonda spiritualità a Cristo, che comunque rinnova per noi il mistero pasquale”. Lo ha detto il vescovo di Terni, mons. Giuseppe Piemontese, nell’omelia della messa, senza il concorso di popolo, che ha celebrato nella cattedrale, ieri mattina, Domenica delle Palme. “Nessuno potrà consolarci per la privazione dell’Eucarestia – ha aggiunto il presule –, ma possiamo ugualmente far risuonare nella nostra casa-chiesa domestica la Parola di Dio con la proclamazione ‘drammatizzata’ da parte di tutti, adulti e ragazzi, delle letture proposte dalla Liturgia per questa giornata. La Parola che risuona nella casa sarà più forte ed efficace del Coronavirus, che si aggira minaccioso intorno a noi”.
Riflettendo sulla domanda “chi è Gesù”, mons. Piemontese ha osservato che “la risposta non può essere quella dettata dalla paura o dalla contingenza di una pandemia dallo svolgimento drammatico per la presenza di migliaia di morti e per l’esito incerto e imprevedibile”, ma “è quella che scaturisce dalla lucidità di una riflessione non distorta dalle distrazioni consumistiche e dall’offuscamento mentale riverso su uno stato di benessere unicamente materiale e di piaceri mondani”.
Nelle parole del vescovo un augurio: “La Settimana Santa, la Pasqua del Signore, la primavera che ci avvolge con i fiori e i colori, la generosità di tanti uomini e donne, la fede e l’amore per il Signore di migliaia di fratelli, i santi misteri che ovunque nel mondo, nelle chiese, nelle case celebriamo, ci annunciano la speranza che il mondo cambierà, gli uomini saranno salvati, un tempo nuovo di bellezza e di amore tornerà”.