“Quest’anno la Domenica delle Palme si caratterizza come Domenica della Passione di Cristo, alla quale sono associate tante persone che soffrono a causa della pandemia del Coronavirus, delle difficoltà economiche e della solitudine”. Lo ha detto, ieri, l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi, nell’omelia della messa nella Domenica delle Palme, che ha celebrato nel duomo, senza presenza di fedeli. “La liturgia della domenica delle palme ha il volto della gioia e quello della passione, quello della fede e quello dell’incredulità, quello della gloria e quello della croce”, ha aggiunto. L’arcivescovo ha osservato che “nella passione di Gesù ha la sua piena realizzazione l’invocazione di aiuto del giusto perseguitato”. “Sta a noi scegliere in che veste vogliamo entrare nella storia della passione di Cristo – ha affermato il presule –: se nella veste del Cireneo che si affianca a Gesù, per portare con lui il peso della croce; se nella veste delle donne che piangono, del centurione che lo riconosce come ‘figlio di Dio’ o se vogliamo entrarvi nella veste di Giuda che lo tradisce, di Pietro che lo rinnega, di Pilato che se ne lava le mani e di coloro che ‘guardano da lontano’ come vanno a finire le cose”.
Nella contemplazione della passione di Gesù mons. Pennisi indica “la manifestazione dell’amore di Dio”, che “per ciascuno di noi deve essere sorgente di conversione del cuore e di rinnovamento spirituale”, “un invito a poter stare accanto a tanti crocifissi di oggi che vivono in una situazione di sofferenza, un invito a seguire Gesù sulla via della croce per essere partecipi della sua resurrezione”.