Domenica delle Palme: mons. Gianotti (Crema), “come Pietro riconosciamo la fragilità della nostra fede e lasciamo che Gesù ci riapra la strada”

“Non dobbiamo essere troppo duri con Pietro. Per lui, come per noi, il problema non è professare la fede a parole, anche sincere e generose, come quando Pietro diceva, qualche ora prima del suo rinnegamento: ‘Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò”, il problema è “far fronte alle irrisioni o al sarcasmo a cui la fede viene esposta (non possiamo parlare, per noi, di persecuzioni, ma certo per altri cristiani sì); è far fronte al rischio di irrilevanza della fede, all’indifferenza, o anche solo alla tentazione di considerare la fede un piccolo settore, un capitolo in definitiva secondario della nostra vita, o anche una consolazione a buon mercato”. Così il vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, nell’omelia della messa Domenica delle Palme celebrata ieri in cattedrale. “Se vogliamo che anche oggi, anche – in concreto – nella situazione di emergenza e crisi che stiamo vivendo, la fede sia fondamento di una speranza salda, di una parola forte di fiducia e incoraggiamento, di un impegno generoso e del dono di noi stessi nella carità, facciamo come Pietro – l’esortazione del presule -: riconosciamo davanti a Gesù crocifisso la fragilità della nostra fede, la superficialità dei nostri propositi, chiediamone perdono e lasciamo che sia il Signore, nella sua Pasqua, a riaprire per noi la strada che ci permetterà di seguirlo fino alla fine”.

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