“Iniziamo una Settimana Santa speciale, ferita da un morbo che dilaga per il mondo, quasi una voce sinistra che semina smarrimento, piega la presunzione, riconduce alla realtà dell’umana condizione e del significato della vita”. Lo ha detto l’arcivescovo di Genova, il card. Angelo Bagnasco, nell’omelia della messa della Domenica delle Palme celebrata ieri in cattedrale senza la partecipazione dei fedeli. “L’illusione di essere invincibili è brutalmente infranta, ritorna il senso della misura e del limite”, ha aggiunto. Poi, soffermandosi sul senso della fede, il porporato ha osservato che “non è credere in Dio come si crede all’esistenza di un oggetto, ma è affidarsi a chi si crede, è vivere di Lui qualunque cosa accada”. “Gesù, in ogni situazione, non solo condivide ma porta a Dio, ci dona la vita soprannaturale, è un nuovo inizio”. E, ancora, l’arcivescovo ha ribadito che la fede “non è un nostro interesse privato, ma la ragione della nostra vita”. “La fede non giustifica ogni singola gioia o dolore che ci capita, ma è una luce che illumina tutto il percorso della strada; non ci spiega ogni singolo passo, ma dà il senso del nostro andare dalla terra al cielo. La fede è luce nel buio, perché ci fa scorgere una Presenza che non viene meno”.
Infine, il card. Bagnasco si è rivolto ai fedeli: “Intensifichiamo la preghiera personale e in famiglia. Dalle vostre case, insieme alla liturgia della Chiesa, unite al Sacrificio di Gesù i vostri sacrifici, le limitazioni che tutti abbiamo, i timori: e non venga meno la carità”. “Preghiamo per la città, la diocesi, i malati; preghiamo per quanti si curano degli altri in prima linea; preghiamo per i defunti”.