“Purtroppo molte difficoltà che avevamo avuto allora, si sono ripetute e amplificate”: Antonietta Cargnel ha lavorato in prima linea all’Ospedale Sacco di Milano, durante gli anni dell’epidemia di Hiv. Un virus, allora sconosciuto, che ha mietuto mondialmente centinaia di migliaia di vittime prima che si riuscisse a trovare una cura che ne riducesse, o quasi azzerasse, la mortalità. Cargnel oggi racconta la sua esperienza al sito svizzero d’informazione https://www.catt.ch/, intervistata da Corinne Zaugg. “Dottoressa Cargnel, come vive oggi – da medico e già primario di malattie infettive – lo scoppio di questa nuova pandemia?”, chiede la giornalista. “Essere là sul campo è certamente differente. La consuetudine, però, che ho avuto di occuparmi di malattie infettive e i pochi e veloci ascolti dei miei collaboratori di un tempo, che ora lavorano in condizioni molto difficili e con turni massacranti, mi hanno in qualche modo reso partecipe di ciò che sta accadendo in questa epidemia”, afferma. “La situazione dell’infezione da Hiv era diversa: l’infezione – prosegue – era contratta a causa di comportamenti a rischio. Molti pensavano: ‘Beh! Quel che è successo in qualche modo se lo sono cercati. È stata colpa loro. Così scansavano gli infetti e li isolavano’. Qui la situazione è diversa. Si tratta di una pandemia; l’infezione può prendere tutti e il numero degli infetti è molto alto”.
“Adesso sappiamo che dobbiamo stare a casa, dobbiamo evitare la diffusione dell’infezione, ma all’inizio le persone non l’avevano capito. Ora, in qualche modo siamo tutti isolati. Purtroppo molte difficoltà che avevamo avuto allora – spiega Cargnel – si sono ripetute e amplificate: mancanza di posti letto, scarsità di personale e di presidi. Quando superiamo un problema legato alle malattie infettive, pensiamo che, finalmente, tutto è finito. Non programmiamo nulla, o ben poco, per il futuro in cui un’analoga situazione potrebbe raggiungerci”. Per l’intervista integrale: https://www.catt.ch/newsi/antonietta-cargnel-primario-dellospedale-sacco-di-milano-penso-a-giobbe-uomo-giusto-che-viene-privato-di-tutto/