“Il tempo in cui sei stata visitata” è il tema del “Discorso alla Città 2020”, un appuntamento che il vescovo di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, rinnova ogni anno con la Città dell’Agro. L’iniziativa si tiene dal 2012 il 30 aprile, in apertura della novena per san Prisco, patrono della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno e della Città di Nocera Inferiore. L’incontro pubblico è stato annullato a causa dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, tuttavia il vescovo non ha voluto far mancare la sua parola di guida e pastore della comunità ecclesiale.
“La città dell’Agro, come dall’inizio ho chiamato i 13 Comuni della diocesi, vuole e deve camminare insieme. Un no va detto con chiarezza ai particolarismi e ai personalismi che non aiutano il bene di tutti e sono un narcisismo fuori posto. La fine di Narciso che, specchiandosi, muore nell’acqua potrebbe insegnarci ancora qualcosa”, suggerisce il presule.
“Si richiede sinergia tra le eccellenze, un nuovo patto tra i comuni, ai quali non sarà tolto nome, tradizioni e autonomie, perché ‘insieme’ oggi è la carta vincente, specialmente nelle politiche sociali”, prosegue il vescovo, che chiarisce: “Come avviene o dovrebbe avvenire – semplicemente per indicare un modello – per le parrocchie, è un invito a camminare insieme, in una pastorale di insieme ed integrata, mantenendo la propria titolarità e denominazione, ma riscoprendo il fine ultimo di ogni azione: il bene della città e la salvezza integrale, sempre per ogni uomo e sempre per tutto l’uomo”.
Secondo mons. Giudice, “non è più tempo di una politica rottamata, o messa insieme con il collante, attingendo per il pullulare dei gruppi ai nomi della flora, della fauna, del mondo ittico e che prende, di volta in volta, lo stracciato vestito di Arlecchino”.
Il presule apprezza “lo sforzo, quello leale e non furbo, per ritrovare una vera identità, capace di parlare alla gente e con la gente e di riappacificare il popolo con le Istituzioni, la polis e i vari Palazzi”.
“Si sogna nuovamente una Politica con la ‘P’ maiuscola, che rimetta al centro programmi seri e fattibili, attenti all’uomo di oggi, che non è quello di ieri e né quello di domani. Con il tema della visita pastorale ho ripetuto in continuazione: ‘Oggi mi fermo a casa tua’. La Chiesa, nella sua lunga storia, ha avuto il coraggio di rigenerarsi e, negli ultimi tempi, con il dono del Concilio Vaticano II; anche la politica, se vuole servire veramente l’uomo – conclude mons. Giudice –, ha bisogno di interiore rigenerazione, alla scuola di grandi testimoni che nella sua storia non sono mancati”.